stemma Candelo
Stemma partito di rosso e d'argento, a quattro candele accese, poste in palo, moventi dalla punta, dell'uno nell'altro, le esterne più corte.
Candelo
Ricetto di Candelo

IL TERRITORIO
Il territorio del comune di Candelo, situato sulla destra del torrente Cervo occupa una superficie di oltre 15 kmq è posto ad una altitudine di 350 m s.l.m. E comprende una parte notevole e tra le più suggestive dell'altopiano baraggivo. Dalle rive del Cervo, che lo dividono a Nord da Vigliano e Valdengo, il paese si estende a Est verso Cossato e nella zona pianeggiante, a Sud-Ovest, verso Benna, Gaglianico e Verrone. Il fondo della valle che si stende tra il paese e il tavolato baraggivo e che scende lungo questo verso Benna, è percorso dal Torrente Cervo. Lungo questa valle scorre, da nord a sud, la Roggai Marchesa, iniziata nel 1489 da Sebastiano Ferrero, derivata dal Cervo.


NOTIZIE STORICHE

Etimologia: attestato con le forme di candele, candelo, canderium, potrebbe derivare da cannellus, di significato sconosciuto. Secondo altri potrebbe derivare dal nome romano Candilia.

L'Imperatore Ottone III, con suo diploma del 22 ottobre 988, confermava Candelo a Manfredo di Cavaglià, figlio di Ajmone conte di Vercelli. Nel 1489, gran parte di Candelo, venne in possesso di Sebastiano Ferrero , generale delle Finanze di Lodovico il Moro e tutta la giurisdizione, nel volgere degli anni, cadde in sue mani, per passare poi per successione nel ramo Ferrero Fieschi, Principi di Masserano. La peste fece ripetutamente la sua paurosa comparsa in Candelo specie agli inizi ed alla fine del sec. XVI, ma ben triste fu quella del 1630, '31,'32. L' esame dei registri di una sola parrocchia ci dà queste paurose statistiche: 1630, su 63 decessi, 26 di peste; 1631, su 111 morti, 90 di peste; su 15 decessi, 3 di peste. Il 6 luglio 1723, fu infeudato a Vittorio Amedeo Ferrero-Fieschi; il 14 dicembre 1750, al Principe Filippo Vittorio Amedeo-Fieschi, il 5 gennaio 1784, al Principe Carlo Pasquale Ferrero-Fieschi.


CHIESE
Chiesa di Santa Maria Maggiore
Certamente tra le più antiche chiese del paese (era già nota infatti nel 1181) l'attuale conserva assai poco della struttura originaria. Nel 1932, mentre si rifaceva la facciata vennero alla luce: una costruzione a spina di pesce; resti di due affreschi quattrocenteschi; la volta costolonata della navata laterale, con affreschi del XV sec. Interessanti sono l'altare maggiore in marmo, opera di Stefano Albrizzi di Clivio ed il pulpito secentesco.

Chiesa parrocchiale dedicata a S. Pietro
L'attuale è un rifacimento settecentesco della primitiva costruzione duecentesca. All'interno sono presenti: l'altare maggiore, opera di Stefano Gallo di Mongrando; la balaustra, in marmi policromi, opera di Beltramo di Biella (1767).

Chiesa di San Lorenzo
Venne edificata nel XVII sec., sui resti di una precedente costruzione medioevale. La facciata barocca è arricchita da un piccolo porticato con colonne binate, in pietra, provenienti dalle cave di Rongio di Masserano. Nell'interno sono presenti: l'altare maggiore del XIX sec. in stile impero; due statue in legno raffiguranti S. Grato e S. Eusebio; il battistero in marmo, opera di Stefano Catella. Il campanile, che raggiunge i 65 metri di altezza, venne edificato nel XVII sec.


IL RICETTO
Candelo era, ed è rinomato per il suo RICETTO, un castello antico che aveva avuto orribili prigioni sotterranee trasformate poi in cantine per uso dei possidenti di vigne del luogo. E' una struttura fortificata sorta per iniziativa e volontà precisa della popolazione candelese allo scopo di conservare e difendere i beni più preziosi della comunità: prodotti della terra, soprattutto vini e granaglie. Viene costruito su un terreno di proprietà di signori locali (Vialardi), a cui corrisposto un censo di 21 ducati. Più tardi sarà riscattato e diventerà possesso e simbolo della comunità. A pianta pseudo-pentagonale, ha un perimetro di circa 467 m. e una superficie di 13.000 mq.. L'impianto viario è costituito da cinque assi in direzione est/ovest, intersecati da due ortogonali. Gli edifici sono costituiti da una serie di singole cellule edilizie non comunicanti, accorpati in nove isolati con la separazione della riana.


UOMINI INSIGNI
JACOPO ORSI (XV sec.). Maestro di scuola. Per incarico del comune di Biella scrisse (1488) la cronaca della guerra di Andorno contro Biella.
ROSA VINCENZO (1848-1919). Fisico insigne, cultore di elettrotecnica. Primo maestro di Guglielmo Marconi.
SERRA LUIGI (1798-1879). Luogotenente generale. Riunì in sé particolari doti di studioso, di militare e magnifiche qualità politiche. Camillo Cavour, lo inviò quale Luogotenente Generale del Re di Sardegna nel principato di Monaco che in seguito al trattato di Vienna (1815) era stato posto sotto il protettorato del Piemonte.


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Pagina realizzata nel mese di febbraio 2016 - Testo di Giorgio Gulmini, notizie tratte da:
- Tip. Lib. “UNIONE BIELLESE” Biella, Biellese Industriale, Professionale, Commerciale, Artigianale, vol. 2° 1971.
- GUIDO GARLANDA, IL BIELLESE di 150 anni fa e nei secoli, Sandro Maria Rosso Editore Stampatore in Biella, 1975.
- COMUNI DELLA PROVINCIA DI BIELLA, vol III, collana a cura del Consiglio Regionale del Piemonte, NEROSUBIANCO Edizioni, aprile 2005.
- EOS Editrice Novara, STEMMARIO CIVICO Biellese, Cusiano, Novarese, Ossolano, Valsesiano, Verbano, Vercellese.
- CANDELO Città della Cultura Ricetto e Baraggia, Eventi e Progetti Editore, Biella, Arti Grafiche Biellesi, Candelo 2009.
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