Acquarello di un uomo portatore di luce

Edmondo Tisanna Sono tante le emozioni che in questo momento oscillano nel mio cuore, soprattutto se con il mio cuore ritorno a quella mattina di Marzo quando mi recai alla "Bottega del Caffè" per incontrare quell'uomo di cui avevo sentito parlare tanto. Quando arrivai mi dissero che era appena uscito, di corsa mi fiondai fuori per rincorrerlo e lo vidi di spalle che procedeva con quel suo passo lento, verso il suo quotidiano, il mio cuore incominciò a tremare: "che cazzo gli dico ora". Poi la banale frase: "mi scusi sig Tisanna se la importuno..." Lui si girò, mi guardò fisso negli occhi con quel suo sguardo da falco, e mi sorrise. Così incominciò il mio sodalizio spirituale con Edmondo, fino a raccogliere la sua eredità, di continuare il suo lavoro di semina con la Parapsicologia.

Uomo comprensivo verso il mondo umano, soprattutto verso quelle persone che sono abilissime a incasinarsi la vita. Aveva sempre tempo per chiunque, anche per chi stupidamente lo incontrava per far mostra si sè. Ricordo quanti rompipalle, perditempo, lo seccavano con le scuse più futili, e lui invece ascoltava tutti con calma, attenzione, cuore, e trovava sempre una battuta, una frase per interrompere gentilmente quello stato catastrofico del racconto esposto, donando immediatamente un sorriso a quelle maschere umane.

Persona rigidissima nella sua autodisciplina, vegetariano per scelta spirituale, pochi soldi ma una ricchezza di fondo che lo rendeva ricchissimo agli occhi del mondo, un gentleman d'altri tempi per il suo linguaggio semplice diretto caldo, il suo modo di vestire era semplice ma molto decoroso, il suo modo di muoversi lo rendeva elegante armonico, ti faceva pensare a un nobile di nascita. Asserisco con veracità che stare in sua compagnia era adir poco comico, per come riusciva a sdrammatizzare tutto. Molte volte mi diceva che la gente non sapeva più chi era solo per il fatto che non si ascoltava con serietà e che attraverso l'ascolto sincero del cuore, le persone avrebbero potuto trovare la risposta a tutti i loro problemi. Solo che la gente non si ascolta e quindi si crea mille paure. Se solo imparassero ad ascoltarsi mi diceva, capirebbero come contattare gli angeli, ma la gente cerca regole che la disciplinano al nulla, ciò che potrei regalare loro è la libertà dal conosciuto, che immediatamente aprirebbe in loro infiniti orizzonti di gioia, mi raccontava sorseggiando il suo cappuccino, con quello sguardo confidente ma triste, di chi vorrebbe donare gioielli immensi.
Anni dopo provavi anche io quella tristezza.

Ricordarlo così mi sembra doveroso, non fanatico, ma preciso. Potrei scrivere moltissimo sui miracoli che riusciva a compiere su come veniva contattato dai fratelli superiori, di come fosse in contatto con Sai Baba ed altri Guru indiani, senza averli incontrati mai di persona. So di tutto questo perché quando accadeva c'ero e vedevo ciò che si smuoveva intorno a lui. Posso confermare che i fenomeni di cui lui parlava erano veri, reali. Ha dato moltissimo a Biella, ma si sa Biella è AVARA di riconoscimenti, perché e povera di spiritualità, di cuore.
Ora mi sembra giusto, doveroso, onesto, ricordare a Biella che ciò che ha perso senza neanche comprenderlo è stato un uomo che col suo solo esistere ha colorato la vita di moltissime persone, rendendo il biellese, almeno quando lui c'era un dipinto di luce.

con orgoglio, Basanisi Domenico

07 gennaio 2003

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