fabre"Fabre e l'Italia. Fortuna e gusto di un pittore neoclassico". GAM, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Via Magenta 31, Torino. 11 marzo- 2 giugno 2008. Catalogo edito da Somogy Editions d'Art. Orari: tutti i giorni 15-18. Chiuso il lunedì.

C'è una mostra alla GAM, Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, via Magenta 31, che coloro che amano l'arte non dovrebbero perdere. Si tratta di "Fabre e l'Italia. Fortuna e gusto di un pittore neoclassico", mostra che rimarrà allestita fino al 2 giugno 2008.

Francois-Xavier Fabre (Montpellier 1766-1837), allievo di Jacques-Louis David, è stato un grande pittore del '700 che, dopo aver vinto il prestigioso " Grand Prix de Rome", il Premio Roma nel 1787, corrispondente all'incirca a un'importante borsa di studio d'oggi, era venuto a studiare in Italia, ospite dell'Accademia di Francia, dove si formavano i migliori pittori del tempo.

In Italia Fabre era rimasto poi a lungo, lavorando a Roma e quindi a Firenze, città nelle quali, apprezzatissimo, frequentava la società nobile e cosmopolita e i grandi artisti del tempo. La mostra "Fabre e l'Italia. Da Firenze a Monpellier" prende in considerazione proprio il periodo in cui l'artista visse nel nostro paese divenendo uno dei più ricercati pittori e ritrattisti.

A Firenze, Fabre aveva stretto amicizia con la contessa d'Albany e Vittorio Alfieri, il grande scrittore astigiano, ai quali aveva fatto ritratti divenuti famosi.

Proprio la città di Asti possiede oggi uno dei più bei ritratti dell' Alfieri eseguito da questo grande artista, che era anche amico di Antonio Canova, il famosissimo scultore, che lavorava per principi e sovrani di tutta Europa, (dal quale, la contessa di Albany farà poi erigere la monumentale tomba per Alfieri che ancora oggi si può ammirare nella basilica di Santa Croce a Firenze), e di un altrettanto grande poeta: Ugo Foscolo. Anche a Canova e a Foscolo , Fabre aveva fatto il ritratto.

La mostra di Torino è un evento eccezionale perché per la prima volta il Musèe Fabre di Montpellier, città natale dell'artista, ha raccolto da ogni parte del mondo, in collezioni pubbliche e private, dipinti che vengono esposti per la prima volta in Italia.

Ed è un' occasione straordinaria per ammirare opere di grande livello e bellezza, presentate con un allestimento elegante e di grande respiro, in un intelligente percorso, curato da Michel Hilaire e Laura Pellicer (la maggiore studiosa dell'opera di Fabre), che propone 94 tra i dipinti più importanti e una cinquantina di disegni.

Conoscere Fabre significa entrare nel mondo raffinato dell'arte del Settecento, dove la bellezza, studiata con cura attraverso la lezione della classicità greca, viene sublimata dalla razionalità che ne detta i canoni e le mete.

Avviato alla pittura di storia, il genere in cui eccelleva il suo maestro J.Louis David, Fabre ha realizzato a sua volta splendidi capolavori ispirati alla mitologia, alla narrazione biblica, alla storia antica. Bellissimo, in mostra, il grande dipinto "La morte di Abele", in cui il giovane Fabre, in osservanza ai programmi dell'Accademia, manifesta la sua conoscenza del nudo maschile, ma soprattutto le sue grandi capacità di interpretare con un linguaggio d'arte ormai decisamente alto, la ricchezza delle emozioni e dei sentimenti. Il discorso vale anche per l'originale "San Sebastiano", dipinto a Roma nel 1789 e per altre opere.

Fabre si distinguerà anche come paesaggista, come testimoniano in mostra dipinti quali: "Veduta di Firenze da nord dell'Arno", opera recentemente ritrovata che completa la conoscenza delle molteplici sfaccettature della capacità creativa dell'artista. Ma saranno soprattutto i ritratti ad attribuirgli straordinaria fama e grandezza. Oltre a quelli già citati, la mostra presenta un'autentica galleria di personaggi ai quali Fabre seppe dare intensità psicologia, eleganza e bellezza. A partire da quel misterioso personaggio del "Ritratto con cappa rossa e cappello" che è stato scelto come logo della rassegna. Accompagna la mostra un ricco catalogo pubblicato da Somogy-Editions d'Art.

 

 



Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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