I SETTE SAVI di FAUSTO MELOTTI.
Aerporto di Malpensa, Porta Milano (Terminal1).
A cura di Angela Vettese. 20 giugno 2013- 10 novembre 2013.
Orari: dalle 10 alle 22. Ingresso libero.

Sono tornati visibili al pubblico, dopo quasi cinquant'anni, "I sette savi", le bianche sculture di Fausto Melotti, restaurate e riproposte al pubblico, in attesa di una sistemazione definitiva che una commissione di esperti sta studiando.
Sono stati collocati su un grande basamento di specchio in un'ampia zona di raccordo tra l'aerostazione e la ferrovia, resa oscura per l'occasione, all'uscita dell'aeroporto Malpensa (Porta di Milano, spazio progettato dall'architetto Pierluigi Nicolin), sotto un profilo di nebbia artificiale che alcuni bocchettoni lasciano scendere dall'alto, per meglio ricordare un'immagine tradizionale del Capoluogo lombardo.
Fanno parte di un famoso gruppo scultoreo, più volte elaborato, sia nella progettazione che nella esecuzione, nella sistemazione e poi ripetizione, del celebre scultore Fausto Melotti (1901-1986),una delle personalità più significative del panorama artistico italiano degli anni cinquanta e sessanta .
Presenze note per i milanesi, tornate recentemente, in copia, anche al MART di Rovereto, città in cui Melotti era nato.
Ma chi erano i "sette Savi" che oggi, in un mondo che spesso sembra allontanarsi dalla vera saggezza, tornano compassati e compunti tra la gente a ricordare il valore vero che dovrebbe caratterizzare il comportamento umano?
Sono entità, idee, messaggi d'arte per lo spirito. Sono tutto ciò che la cultura dovrebbe trasmettere all'uomo: l'invito a fare un uso corretto del pensiero, e quindi a pensare, a riflettere.
Melotti, grande ammiratore di De Chirico, si è ispirato ai silenzi pregnanti di pensiero di questo maestro. I suoi Sette savi sono espressione di un'idea, prima di essere oggetto. Prosciugati nella forma, essenzializzati, appaiono come monadi, assorti in un dialogo silente che ha dimensioni di musicalità.
Sono l' armonia, che è essenza dell'arte.
Storicamente - scrive la curatrice della mostra Angela Vettese - "il titolo dell'esposizione trae forma da una vicenda narrata sia da Erodoto che da Platone: i Sette Savi furono pensatori e autorità pubbliche della Grecia antica. Non vissero nello stesso periodo: la loro conversazione quindi è pura immaginazione. E' il simbolo del discutere sul senso dell'esistenza, sulla virtù morale e sul buonsenso pratico".
Non conosciamo i loro nomi , forse intenzionalmente celati. Sappiamo però, come riferisce ancora Angela Vettese, quanto sosteneva Melotti: " l'arte è stato d'animo angelico, geometrico. Essa si rivolge all'intelletto non ai sensi".
Anche ai sensi, tuttavia, per quella sensazione di tranquillità e di pace che la vista dei bianchi personaggi riesce a trasmettere a chi li contempla.

 

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Maria Tesera Molineris

Insegnante di scuola superiore. Laurea in Filosofia. Laurea in Lettere con tesi in Estetica. Giornalista pubblicista. Appassionata d'arte e critico. Ha collaborato e collabora con testate nazionali e locali. Ha curato per il bisettimanale "il Biellese" le rubriche "Specchio", "Parole, parole, parole" e dal 1990 la rubrica d'arte "Grandi mostre" alla quale è stata abbinata dal 1993 la rubrica "Artenotizie". Con il fotografo Gianfranco Bini ha scritto "Il cuore del monte", un volume sul Santuario di Oropa, edito da "Lassù gli ultimi".
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