Estratto
dal libro DI PALO IN FRASCA
di Alba Albertazzi - Edizioni: De Alessi
[...] Mi
fu chiesto di scrivere un altro libro, di scrivere unautobiografia.
Sono perplessa. Prima di tutto avrei preferito che la mia biografia (ammesso
che possa interessare a qualcuno) la scrivesse qualcun altro, perché
a mettere in mostra le nostre qualità, se ci sono (mi sun bèla,
mi sun brava = io sono bella, io sono brava) non mi sembra carino
ed i nostri difetti li vediamo poco e se li vediamo siamo piuttosto resti
a metterli in piazza.
[...] Non so da dove cominciare. Non è che mi manchi materiale:
in più di ottantanni ne ho accumulato parecchio, ma come
recuperarlo? La memoria mi tradisce, o la testa ragione a singhiozzo e
la volontà devo tirarla su la carrucola.
al lavoro
[...]
Tra i miei genitori cera unione perfetta; quando si doveva fare
qualcosa lo decidevano insieme; tra di loro non ci furono mai screzi,
ma qualche discussione, si sa, è normale che ci sia stata. In quelle
occasioni (rare per la verità), la nonna o non si intrometteva
o si schierava dalla parte del genero. Mia mamma una volta lha rimproverata
dicendole: ti tai dè sèmpe rasun a cël
( tu dai sempre ragione a lui). sì rispose la nonna
prima di tutto perché ha quasi sempre ragione lui perché
riflette di più e ha più capacità di discernimento,
e poi anche perché tu sei mia figlia e tra di noi anche se ci dicessimo
peste e corna sei sempre mia in tutti i sensi ed io sono sempre tua madre
pronta ad accoglierti tra le mie braccia se tu ne sentissi la necessità,
ma lui non può più andare da sua madre a disgavascese
(spassionarsi) perché la mamma sua non cè più.
la sala da pranzo
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foto di una gita all'Alpe
Maccagno (1939)
[...]
Le persone
di una volta, sarà perché avevano più fede, sarà
perché erano rassegnate al peggio, sarà perché erano
abituate a dover sopportare, non so perché ma erano diverse da
noi. Erano più pazienti, si adattavano alle condizioni avverse,
sopportavano i disagi che la vita comporta in maniera diversa da noi.
È vero noi abbiamo impegni diversi da quelli che avevano loro,
ma loro non avevano tutte le diavolerie che aiutano nei lavori al giorno
doggi. Non sopportiamo niente. Siamo insofferenti alle minime contrarietà.
Ci lamentiamo per tutto: per il governo (e abbiamo ragioni da vendere),
ci lamentiamo per la pioggia e per il sole: quando fa caldo imploriamo
la pioggia e dopo unora che piove siamo stufi; dopo unora
di sole diciamo : Che caud, as pó fe gnènte cas
süda (che caldo, non si può fare niente perché
si suda). I nostri vecchi, quando sudavano dicevano: Ai vèn
fóra ai marsciarie (viene fuori il marciume); dinverno
dicevano : Anche linvèrn a lha da felo
(anche linverno deve farlo) e quando tirava vento si rassegnavano
dicendo : Sa ié l vent lè parchè
ca l sèrv a quaicòs (se cè
il vento è perché serve a qualcosa).
[...]
brano
e immagini tratti dal libro
DI PALO IN FRASCA
Storia di una vita biellese
Alba Albertazzi
Giancarlo De Alessi Editore
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