C'è una
strada che conduce in un borgo la cui storia ha inizio intorno al 1100 grazie ai
monaci cistercensi che ne bonificarono i terreni, successivamente utilizzati per la coltivazione del riso.
Nel XIX secolo il borgo passò a Napoleone Bonaparte e nel 1822 divenne proprietà del marchese Michele Benso di Cavour, padre di
Camillo Benso, conte di Cavour. I Benso trasformarono la tenuta in un'
azienda agricola all'avanguardia per i tempi.
Ma qualcosa incombeva sul
destino di questo antico borgo. Qualcosa che intorno alla fine degli 70 costrinse gli abitanti a lasciare tutto compresa la speranza di un ritorno.
Oggi nella fatiscente casa che fu di Camillo Benso bisogna entrare quasi in punta di piedi, come se ci fosse qualcuno che ci invitasse. Si percepisce un'energia che racconta di stanze piene di vita ...di quella volta che il padrone venne in risaia a farci vedere
una nuova macchina agricola che avrebbe sostituito tante braccia, ma che era indispensabile per
aumentare la produzione. Ci dissero che per crescere bisognava studiare. La domenica si andava a messa e i bambini correvano nei prati.
Ma ci vendettero per mille euro.
Ce ne andammo in silenzio uno ad uno, lasciando la nostra anima. Le cose non andarono proprio come volevano i nuovi padroni, la centrale non entrò mai in funzione. Ma non tornammo più indietro.