Rumore fisico, rumore mentale e rumore di desiderio: tutte le risorse della nostra tecnologia concorrono a render più efficace l’attuale assalto del silenzio. La radio non è altro che un canale attraverso il quale un frastuono prefabbricato può entrare a fiotti nelle nostre case. E naturalmente questo frastuono va molto più in là dei timpani. Pervade la mente, riempiendola di una babele di distrazioni: notizie di cronaca, informazioni spezzettate e sconnesse, frammenti di musica rumorosa o sentimentale, dosi continuamente ripetute di drammi senza catarsi, che creano semplicemente un desiderio di clisteri emotivi giornalieri o perfino orari. E quando, come nella maggior parte delle nazioni, le stazioni emittenti si finanziano vendendo il tempo agli inserzionisti, il baccano viene trasmesso dalle orecchie, attraverso i regni della fantasia, della conoscenza e del sentimento, fino al nucleo del desiderio dell’ego. Tutto il materiale pubblicitario, parlato o stampato, diffuso per le vie dell’etere o su carta, ha un solo scopo: impedire alla volontà di conquistare il silenzio. La mancanza di desideri è la condizione della liberazione e dell’illuminazione. La condizione di un sistema di produzione industriale in espansione e soggetta al progresso tecnologico è una bramosia universale. La pubblicità è lo sforzo organizzato di estendere e intensificare la bramosia, cioè di estendere e intensificare le operazioni di quella forza che è la causa principale di sofferenza e di male ed è il più grosso ostacolo che s’interponga tra l’anima umana e il suo divino fondamento.”
Aldous Huxley, La Filosofia Perenne