Risveglio, Evoluzione e stupidaggini varie
Questi sono anni meravigliosi per il movimento spirituale. Chi si incarna oggi ottiene una millenaria eredità: tutta l’energia delle grandi tradizioni e dei meravigliosi esperimenti mistici compiuti. Certo, in un periodo come questo non manca la confusione, e quel pizzico di ansia da prestazione tipico di chi sta per salire sul palco e non ne ricorda esattamente il motivo. Come riconoscere questo turbamento? E’ facile, se le prime parole che scappano dalle labbra serrate sono: lavoro su di sè, risveglio ed evoluzione..ti trovi certamente nei guai.
Lo so, non ti offendere, mi spiego meglio.
L’abusata espressione “lavorare su di sè” sa essere utile, di primo impatto rende una certa idea, ma porta con sè anche un grande effetto collaterale: sostiene la sensazione che ci sia qualcuno che debba fare qualcosa per produrre un risultato. Quale risultato? Ovviamente il ‘risveglio’ e ‘ l’evoluzione della coscienza’. Il messaggio inconscio è il seguente: esiste un modello di perfezione al quale bisogna giungere per scalare le vette della scala evolutiva. Se lavori duramente arrivi alla perfezione più alta: questo è il tuo guadagno, in una vita o nell’altra.
Da qui si genera il caos: fazioni, squadre, sensi di colpa, accuse, repressione, giudizio e comportamenti violenti di ogni sorta. Ognuno cerca di assomigliare al suo modello, di imporselo, di chiedergli una grazia dal proprio misero stato.
Certo, poi esiste anche chi non si da per vinto e comprende, passa attraverso il caos primordiale e sopravvive alle trappole.
Cosa scopre oltre di loro? Quello che può raccontare sul palco:
Che a ben guardare ogni processo tende a risolversi da solo. Che il nostro compito principale sta nel non trattenere, nel non rendere viscoso ciò che nasce come fluido. Come per le emozioni: un bambino ride e piange con tutto se stesso, vibra con l’intera emozione e poi la lascia andare. Scopre che la meditazione, la preghiera, ogni esercizio dona soltanto ciò che già si possiede, rende semplicemente consapevoli della realtà delle cose, non porta nulla di nuovo. Scopre che non esistono dormienti: solo prospettive più o meno aperte. Che non ci sono gerarchie di valore: l’Uomo non è l’evoluzione della povera scimmia e lo spiritualista non lo è del povero Uomo. Diventa così sensibile che ai suoi occhi perfino un filo d’erba risulta infinitamente importante, la stessa importanza della stella più grande. Scopre quanto sia meraviglioso guardare i cieli, e danzare, cantare, scrivere poesie, essere in ascolto e in-amore dell’Esistenza.
Perchè Dio è l’esperienza più alta della Vita, della Bellezza, del Silenzio, del Piacere, e non dorme mai, non chiede nulla, se non di ammirare insieme. Te ne prego, impariamo da lui: non apriamo cantieri interiori, apriamo il Cuore.
E quando sarà il momento urlalo con tutta la Gioia che puoi su quel palco: non c’è nessuna Perfezione, solo Totalità. Per questo siamo qui.
Un grande abbraccio